• 7 Novembre 2024

Epistème News

Rivista di comunicazione scientifica e medicina integrata

Nei mitocondri il segreto di salute e longevità

Uno sguardo agli ultimi risultati della ricerca scientifica sui mitocondri e sull’importanza del Coenzima Q10 per la salute cellulare e la longevità

Dopo il successo di Il cervello anarchico, il professor Soresi torna in libreria con Il segreto dei mitocondri uno studio rivoluzionario, che indica una strada verso la salute e la longevità per tutti.

In questa intervista, il dottor Enzo Soresi ci parla del suo nuovo libro Il segreto dei mitocondri, scritto in collaborazione con Pierangelo Garzia.

Il testo si propone di divulgare le più recenti scoperte scientifiche a un pubblico ampio, evidenziando l’importanza di diagnosi accurate e di approcci terapeutici personalizzati.

In Il segreto dei mitocondri, gli autori ci guidano in un viaggio alla scoperta delle ‘centrali energetiche’ delle nostre cellule, spiegando come prendersi cura di loro possa migliorare sensibilmente la nostra vita.

Che si tratti di strategie alimentari, integrazione di nutrienti, o test innovativi, questo libro offre strumenti pratici per chiunque voglia vivere meglio e, perché no, più a lungo.

Dottor Soresi, cosa l’ha spinta a scrivere un nuovo libro e quali sono le principali novità rispetto a Mitocondrio mon amour?

Inizialmente avevo pensato a una semplice riedizione aggiornata del mio precedente lavoro dedicato ai mitocondri. Ma mi sono reso conto che l’entità delle nuove scoperte scientifiche, insieme alle esperienze cliniche che nel frattempo ho accumulato affrontando nuovi casi, richiedeva una completa revisione del libro. Ho quindi pensato di mettere mano a un’opera totalmente rinnovata per diffondere queste conoscenze. Uno dei temi trattati riguarda la vulnerabilità dei mitocondri agli antibiotici idrossifluorochinoloni, che possono provocare patologie che si manifestano in maniera tanto rapida quanto, talvolta, drammatica. Recenti casi di cronaca riportati sui giornali testimoniano la gravità del fenomeno correlato ai pazienti indicati come floxati.

Può spiegare il significato di questo termine?

Floxati non è una definizione medica ufficiale, ma più semplicemente il termine è stato adottato dagli stessi pazienti che hanno subito danni in seguito all’assunzione di antibiotici della classe dei fluorochinoloni, come ciprofloxacina, levofloxacina e lomefloxacina, il cui nome contiene il suffisso ‘floxacin’, da cui deriva il termine floxati. Questi farmaci, pur essendo essenziali nel trattamento di alcune infezioni severe, dovrebbero essere prescritti solo quando altre classi di antibiotici risultino inefficaci.

Quali sono i rischi di effetti collaterali derivati dall’assunzione dei fluorochinoloni?

Gli idrossifluorochinoloni sono potenti antibiotici battericidi, per questo il loro utilizzo negli anziani è sconsigliato. Sul foglietto illustrativo di questi farmaci è chiaramente indicato il rischio di rottura del tendine di Achille e di disturbi come la confusione mentale. Questi effetti collaterali sembrano essere legati all’età avanzata, in quanto i mitocondri degli anziani sono più “vecchi”, ossia presentano una maggiore vulnerabilità e una ridotta capacità di resistere agli stress. Sono quindi più sensibili a questo tipo di farmaci. Eppure, nonostante le indicazioni di cautela, continuano a essere prescritti anche per il trattamento in pazienti anziani di infezioni delle vie urinarie, quali cistiti, prostatiti, uretriti e vaginiti.

Non è raro che effetti simili a quelli riscontrati negli anziani si manifestino anche in soggetti giovani, in buone condizioni fisiche. Come è possibile?

Con tutta probabilità, per motivi che stiamo ancora approfondendo, esistono alcuni soggetti che, al momento del trattamento, manifestano una sensibilità mitocondriale particolarmente elevata. Questa condizione potrebbe favorire il manifestarsi di danni come tendiniti, neuropatie, astenia profonda e confusione mentale. In casi estremi, questi effetti possono risultare altamente invalidanti, a volte irreversibili, tanto da costringere i pazienti sulla sedia a rotelle. Oppure, in situazioni più drammatiche, spingerli al suicidio, come nel recente caso di un giovane ventiduenne.

Quali altri effetti si osservano nei pazienti floxati?

In particolare, si osserva una significativa riduzione dei livelli di Coenzima Q10, essenziale per il corretto funzionamento dei mitocondri. Il coenzima Q10 si trova in alcuni alimenti, come carne e pesce, ma è anche prodotto dal nostro corpo. Con l’avanzare dell’età o in presenza di alcune patologie, i suoi livelli possono ridursi. Per questo motivo, può essere utile assumere integratori, per aiutare cuore, muscoli e migliorare la forma fisica. Inoltre, si rileva un aumento dei radicali liberi, responsabili dello stress ossidativo. Questi fattori contribuiscono ulteriormente a danneggiare i mitocondri e peggiorano la condizione generale dei pazienti.

Perché il Coenzima Q10 è così importante per i mitocondri e per la nostra salute?

Il Coenzima Q10 è essenziale per la produzione di ATP, l’adenosina trifosfato, la molecola che immagazzina e fornisce energia alle cellule, indispensabile per svolgere diverse funzioni. Due miliardi di anni fa, questo composto ha consentito ai mitocondri di evolversi e dare origine alle cellule eucariotiche, dalle quali derivano tutte le forme di vita animale e vegetale. Oggi, il Coenzima Q10 mantiene un ruolo centrale non solo nella produzione di energia, ma anche per contrastare l’invecchiamento e lo stress ossidativo, rendendolo fondamentale per il benessere generale.

Quali sono i benefici più importanti dell’integrazione di questo nutraceutico e come possiamo assumerlo in modo efficace?

Innanzitutto c’è un importante aspetto legato alla capacità di assorbimento. Alcuni integratori non garantiscono un adeguato apporto di Coenzima Q10 a cuore, fegato e muscoli, oltre che nel sangue, dove svolge una funzione antiossidante, aiutando a proteggere le cellule dai danni causati dai radicali liberi. Recentemente, insieme al dottor Renato Gandini, ci siamo dedicati alla ricerca di un nutraceutico che garantisca una più elevata capacità di assorbimento da parte dei mitocondri. Questo è particolarmente importante per pazienti con deficit di Coenzima Q10, come quelli che assumono statine, farmaci che ne inibiscono la sintesi naturale, o come i floxati.

Quali altre strategie possiamo adottare per mantenere in piena efficienza i nostri mitocondri?

Oltre all’integrazione di Coenzima Q10, ci sono altre quattro strategie chiave: è importante contrastare lo stress ossidativo con antiossidanti, mantenere sotto controllo i livelli di glicemia e glicazione, ridurre i livelli di omocisteina e seguire un regime alimentare bilanciato, accompagnato da una regolare attività fisica. Questi elementi sono fondamentali per proteggere i mitocondri e garantire un buon funzionamento cellulare.

Nel libro menziona anche la possibilità di ricorrere a un test innovativo per valutare la funzionalità dei mitocondri. Di cosa si tratta?

Una nuova possibilità per la valutazione del danno mitocondriale è rappresentata dall’esame del Mitostress, attualmente disponibile solo in fase di ricerca. Si tratta di un test messo a punto dal professor Massimiliano Ruscica e dalla dottoressa Chiara Macchi. Grazie alla mia collaborazione con Solongevity, è stato possibile eseguire questo esame su alcuni pazienti “floxati“. I risultati hanno confermato l’inadeguatezza dei loro mitocondri. Tramite il Mitostress è possibile valutare il consumo di ossigeno di questi “antichi batteri”, che nelle persone sane hanno un potenziale operativo notevole, cosa che non si osserva nei “floxati” e nei pazienti affetti da Long Covid, nei quali si riscontra un significativo calo della capacità mitocondriale. È inoltre in corso uno studio sulla fibromialgia, volto a valutare, tramite il Mitostress, il possibile coinvolgimento dei mitocondri nel quadro clinico di questi pazienti.

Anche i sintomi del Long Covid possono essere collegati a una disfunzione mitocondriale? 

Il Long Covid è una condizione che colpisce alcuni individui dopo l’infezione da SARS-CoV-2 e, in alcuni casi, in seguito alla vaccinazione anti-Covid. I sintomi possono includere miocarditi, pericarditi, astenia, confusione mentale e neuropatie. Finora, la comunità scientifica ha incontrato difficoltà nel comprendere le cause alla base di tali manifestazioni. Tuttavia, sono profondamente convinto che, se l’esame del Mitostress fosse attuabile in clinica, in molti casi si potrebbe capire quanto i mitocondri siano responsabili di questi problemi.

Quali sono le prospettive future della ricerca sui mitocondri?

Le ricerche sui mitocondri stanno aprendo la strada a nuovi approcci terapeutici. Il monitoraggio del Coenzima Q10 e dei radicali liberi nel sangue potrebbe diventare una pratica comune per valutare la salute mitocondriale e prevenire malattie legate a disfunzioni mitocondriali. Inoltre, l’integrazione dell’intelligenza artificiale potrebbe accelerare le risposte diagnostiche. Il potenziale di questo campo è ancora largamente inesplorato, soprattutto per quanto riguarda le malattie mitocondriali non genetiche come quelle cardiovascolari e la sindrome metabolica.

Nel suo libro offre anche consigli sull’alimentazione?

Sì, nel libro suggeriamo alcune diete specifiche per supportare la funzionalità mitocondriale. Tra queste, il digiuno intermittente, praticato due volte a settimana, che favorisce la mitofagia, un processo naturale attraverso il quale vengono eliminati i mitocondri danneggiati che vengono sostituiti con nuovi mitocondri, più efficienti.

Cosa si augura che i lettori possano trarre dalla lettura del suo libro?

Mi auguro che questo libro riesca a far comprendere a un numero sempre maggiore di persone quanto i mitocondri siano fondamentali per la nostra salute. Vorrei che questo argomento diventasse centrale nella pratica medica, perché credo possa offrire soluzioni concrete per prevenire molte malattie. Sono convinto che il ruolo dei mitocondri diventerà sempre più rilevante nella medicina del futuro.